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Rientro in gabbia per Marco Giustarini

Imminente rientro in gabbia per Marco Giustarini.

Il 10 novembre 2019 Marco entrerà di nuovo in gabbia per un match di MMA.

Abbiamo avuto il piacere di conoscerlo un anno fa quando partecipò al nostro progetto #ShareYourStory.

A distanza di un anno eccoci di nuovo a raccontare quali sono state le novità nella sua carriera sportiva e i nuovi progetti per il futuro.

Ciao Marco, ben ritrovato!

M.G.

– Ciao ragazzi, è un piacere rivedervi.

In vista del tuo prossimo match, abbiamo alcune domande per te.

1) Quali sono le emozioni provate durante gli ultimi 2 match e dopo la vittoria:

M.G.

– Venivo da una scia di match negativi, soprattutto l’ultimo perso in Serbia. E’ stato un mio errore sottovalutare il game plane dell’atleta, che in piedi era nettamente inferiore. Astutamente ha vinto chiudendomi a terra, senza fare nessun tipo di azione. In questo caso anche colpa mia.

Dopo questa sconfitta fu difficile continuare a credere in un sogno. La forza  per rialzarsi e darsi coraggio, la puoi trovare solo in te stesso; e io penso di essere abbastanza forte nel trovare quel coraggio per ricominciare.
A Manduria al #CageWarrior, torneo nel quale sono stato inserito grazie all’aiuto di Pietro Orante e Superbia Managment, ho affrontato un avversario temibile, marzialista, pericoloso in piedi. Ero nervoso e ho cercato di chiudere subito il match per “ko” o “tko”. E cosi è stato.

Il video del match non è ancora disponibile per cause tecniche. Mi dispiace molto non poterlo mostrare.
Nel secondo match ad Ardea invece, sapevo che il mio avversario era un ottimo striker alto e longilineo, potente nei colpi. Appena mi è stato possibile ho accorciato la distanza portandolo a terra e chiuso con una leva.

L’emozione provata è stata indescrivibile, poiché una vittoria corona i tanti sacrifici fatti, soprattutto la fiducia del proprio maestro e di tutti coloro che credono in me.

2) Dopo il match quali nuove prospettive sportive si sono verificate?

M.G.

– Dopo le due vittorie ci sono state proposte interessanti, ma sono state declinate perché avevo già firmato per il questo match del 10 novembre. Spero in un’ottima prestazione che magari mi possa aprire nuovi palcoscenici.

3) Come è stata la preparazione a questo nuovo evento del 10 novembre?

M.G.

– Per questo match, come per qualsiasi altro, cerco di dare il massimo in ogni allenamento e su ogni aspetto: fisico e tecnico. Sono anche fortunato perché ho un maestro che mi conosce da anni e conosce ogni mio punto di forza e punto debole, quindi sa dove insistere . Quando ci si prepara per un match la preparazione è essenziale, in particolare una preparazione seguita e calcolata in ogni forma; credo soprattutto che a livelli molto alti, una preparazione all’estero sia essenziale.

4) Come riesci a conciliare la vita lavorativa con la vita sportiva e quindi la difficoltà di lavorare con l’allenarsi per un match da professionista?

M.G.

– Conciliare il lavoro con la vita atletica è difficile per tutti. Bisogna fare molti sacrifici e pensare che ciò che stai facendo e ciò che ami e devi ritenerti fortunato.

5) C’è qualcosa che ti preoccupa durante la fase di preparazione atletica? Ad esempio: Possibili infortuni?

M.G.

– Penso sia importante eseguire sempre un allenamento al massimo della sicurezza, poiché la disfatta maggiore per un atleta, sono gli infortuni. E io ne so qualcosa. Purtroppo la mia carriera si è fermata molte volte per stop medici.

6) Durante il match riesci a sentire i consigli che arrivano dal tuo angolo? E soprattutto riesci a metterli in pratica?

M.G.

– Durante il combattimento, il tifo delle persone i suoni circostanti si annullano. A volte riesco a sentire il respiro del mio avversario, il rumore dei colpi sul mio corpo e la voce del mio maestro è limpida.

Ad esempio durante il Magnum a Verona, avevo chiuso il mio avversario con la tecnica del “triangolo al collo“, ma non voleva arrendersi. In quel momento sentii la voce di Michele Verginelli dal mio angolo gridare: “Prendigli la testa!” Feci pressione e vinsi. Ascoltare il proprio maestro e il tuo staff è molto importante.

7) Secondo te quali cose dovrebbero cambiare o essere integrate in queste discipline, per far si che vengano trasmessi giusti valori, e cresca visibilità in Italia e quindi più prospettive lavorative per chi pratica le MMA?

M.G.

– Non sono certo il tipo di persona che può dire come può migliorare questo sport, oppure perché è giusto fare questo o è sbagliato fare altro!
Posso solo dire che è uno sport meraviglioso, che abbiamo tantissimi talenti in Italia e che sicuramente emergeranno.

Non mollate mai! Questa società ci ha obbligato a pensare che i sogni sono per i pazzi, cercano di convincerci nel rimanere in uno stato di infelicità.

L’unica cosa che posso dire è “combattete per i vostri sogni“, finché avrete forza. Se ci fosse la possibilità di aiutare qualcuno nel realizzare il suo sogno, aiutatelo. Forse il passo in avanti di quel ragazzo/atleta, sarà un passo in avanti per tutti noi verso il miglioramento.

Grazie per averci raccontato ancora una volta la tua Storia!

Un ringraziamento al Main Sponsor #FighterInside per l’abbigliamento fornito.

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Un augurio per la tua nuova avventura.

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