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MATCH IN BKB PER CHIARA GIUSTI

Dopo il suo ultimo match, l’instancabile Chiara Giusti, ha continuato ad allenarsi presso il suo team: Elite Muay Thai.  Siamo rimasti in contatto con lei e abbiamo visto che ci sono state delle novità interessanti.

Ciao Chiara, ben ritrovata. Complimenti per la tua ultima vittoria!

C.G.

– Ciao e grazie! È un piacere rispondere alla vostra intervista.

Abbiamo saputo di alcune novità e del tuo rientro sul ring. Si parla di un match in BKB. Volevamo farti alcune domande.

Che cos’è questa disciplina? Da quanto esiste? E quali regole ci sono?

C.G.
 
Il #Bareknuckle é una disciplina molto particolare e cruenta. È pugilato, ma senza guantoni. Ci si ritrova perciò a mani nude con esclusivamente delle fasce che vanno a sostegno del polso, ma non possono coprire le nocche.
 
Il Bareknuckle é in realtà la più antica forma di pugilato; successivamente sono stati introdotti i guantoni. Dunque questa disciplina esiste da tantissimi anni ed ora le Promotion più grandi sono negli USA e in Inghilterra.
Essendo pugilato, le regole prevedono solo colpi al di sopra della cintura, senza poter colpire l’avversario quando si trova a terra.

Come mai hai deciso di affacciarti a questa disciplina?

C.G.

Non ho mai amato il pugilato in sé. Ho sempre preferito la Muay Thai per la possibilità di utilizzare i gomiti e i calci. Senza dubbio però nel mondo della Muay Thai non circolano grosse somme di denaro, che costringono spesso i fighter a praticarla solo come hobby.

Nel Bareknuckle, invece, le borse sono più alte e la visibilità è decisamente maggiore; basti pensare che l’evento si terrà all’O2 Arena e la Pay x View è guardata da 2.6 Milioni di persone da tutto il mondo.

Indubbiamente a borse più alte corrispondono anche possibili danni più alti: a mani nude è molto più facile provocare o subire danni (mani, viso) e non tutti, soprattutto tra le donne, sono disposti ad accettare questo compromesso.

Chiara Giusti
Come ti stai preparando per questo match? Hai una sparring partner?
 
C.G.
 
Per questo match che si terrà il 10 Aprile 2022, sto seguendo una preparazione molto mirata.
Un totale di 10 allenamenti a settimana, tra pesi, corsa, colpitori, sacco e lavori tecnici. Stiamo facendo, con il mio coach, un lavoro molto minuzioso per quanto riguarda la reattività e gli spostamenti/schivate, che non sono mai state il mio forte visto lo stile statico che avevo nella #Muaythai.
 
Questa volta però la mia avversaria é più alta, il che non mi faciliterà, però il lavoro in avanzamento é quello in cui riesco ad esprimermi al meglio.
Per quanto riguarda lo sparring, preferisco evitare i lavori pesanti che non amo particolarmente e stiamo prediligendo gli allenamenti tecnici con l’utilizzo di “guantini”, per evitare traumi al volto che potrebbero darmi fastidio durante l’incontro.

Dunque torni sul ring in BKB. Un evento davvero  particolare. E’ stata una chiamata improvvisa?

C.G.

Stavo aspettando da novembre questa notizia, dopo che l’ultimo match é saltato a causa del #Covid. Di certo la prima volta é stata improvvisa. Invece adesso, la Bulletproof Promotion che mi fa da Manager, mi aveva preannunciato che a breve sarebbe arriva la “chiamata” per il nuovo evento.

Come ti senti a livello psicologico e fisico per questo match?
 
C.G.
 
Per questo match mi sento pronta. Mi sento sicura a livello fisico perché combatterò nei 70 kg, una categoria a me familiare, alla quale arriverò nel pieno delle forze.
A livello mentale invece non sono preoccupata, me la sto vivendo in modo abbastanza rilassato concentrandomi sugli allenamenti e sull’alimentazione in modo tale da distrarmi il più possibile.
La paura però é inevitabile… Insomma, ti ritrovi in un quadrato contro una persona che non hai mai visto e sai che dovrai dare il tutto per tutto perché se non lo farai, non ci sarà nessuno a proteggerti.
Dopo che accetti il fatto che la paura è totalmente normale, impari ad utilizzarla per azionare il meccanismo dell’adrenalina e riesci a vivere il fight camp in modo più sostenibile.
Hai paura? Se si, come riesci a superare le tue paure?
 
C.G.
 
Qualche paura però ce l’ho, ma credo sia del tutto legittima. 
Ho il terrore di rompermi una mano durante il match, cosa che in realtà é molto difficile che accada, ma comunque mi spaventa.
Ho paura di non reggere l’emozione di quando chiameranno il mio nome e dovrò scendere nell’arena, sotto i riflettori con la mia canzone.
Ho paura di perdere il controllo di quello che succede durante l’incontro, non riuscendo a mettere in pratica ciò che stiamo preparando.
 
La cosa buffa però é che ci penso solo ed esclusivamente quando mi viene chiesto. Riesco ad isolare le paure in un piccolo angolo della mia mente. Prima del match medito, mi concentro sulla respirazione, sul battito e sulle mie emozioni. Il fatto di accettare di essere vulnerabile é la chiave di una buona prestazione.

Conosci già la tua avversaria? Se si, cosa ne pensi?

C.G.

Non conosco bene la mia avversaria, ma sono sempre molto rispettosa nei confronti dei miei Opponent. Non amo il “trash talking” e la spavalderia. Ho visto un suo video e so che é più alta e ha già degli incontri di Bareknuckle, ma ho preferito non informarmi troppo, lascio questo compito al mio Coach.

Bene, hai voglia di aggiungere altro?

C.G.

In questo “fight camp” sto notando quanto sia fondamentale ed importante il fatto di avere una preparazione ed un’alimentazione mirata alle mie esigenze e caratteristiche.
Sto svolgendo un lavoro tecnico utile per combattere contro un’avversaria più alta e più grossa, un lavoro di pesistica seguito e preciso con carichi testati precedentemente con lavori massimali.
Una dieta che mi supporti in tutta la mia giornata frenetica tra allenamenti e lavoro e che mi dia le energie per essere concentrata al massimo in ogni allenamento.
Sparring partner scelti con cura che fanno un lavoro specifico.
 
Tutto questo é FONDAMENTALE per alzare il livello degli atleti e degli sport da combattimento in Italia. Eppure continuo a vedere agonisti che si allenano tenendosi i “colpitori” a vicenda, quando magari entrambi stanno preparando un match.
 
Preparazioni atletiche uguali per tutti, sia per volume che per intensità. Atleti che spesso sono vincolati al loro team senza potersi rivolgere a persone competenti per quanto riguarda la preparazione fisica, l’alimentazione, i colpitori mirati per contrastare l’avversario, perché altrimenti verrebbero cacciati.
Purtroppo questo meccanismo “limitante” é ciò che impedisce agli atleti di crescere facendo il salto di livello e se prima di essere stata all’estero mi era difficile notarlo, ora si é palesato molto bene ai miei occhi.
Spero per il bene degli sport da combattimento in Italia, che questa mentalità si evolva e che la nuova generazione di coach abbia una mentalità più aperta.
Grazie per averci raccontato ancora una volta la tua Storia! Auguri per il tuo ritorno sul ring.
 
È sempre un piacere rispondere alle vostre domande.
Vi ringrazio per l’intervista e ringrazio Fighter Inside per essere il mio sponsor per la serata del 10 Aprile 2022 all’O2 arena a Londra.
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